Il cervello del feto comincia a stabilire connessioni importanti tra la 24esima e la 28esima settimana di gravidanza.

«Entro questa epoca gestazionale il feto interagisce molto con l'ambiente circostante. Lo esplora e comincia a sviluppare le risorse che gli saranno necessarie in seguito. E, soprattutto, acquisisce i primi apprendimenti. Il suo ambiente è la sua scuola», spiega il dottor Marcel Cortada, psichiatra e professore presso l'Università di Barcellona. Ad esempio, riempie il petto di liquido, simulando il movimento della respirazione, anche se nell'utero non può respirare, e apre e chiude gli occhi.

Dalla 32esima e la 35esima settimana di gravidanza, il feto raggiunge poi altri due importanti risultati: il riflesso di suzione e le prime fasi del sonno. Inoltre, comincia a mostrare risposte che possono essere associate alle funzioni cognitive degli esseri umani. Possiede già la memoria a breve termine e capacità di adattamento.

«Se avviciniamo una luce molto forte alla pancia della madre, il feto reagisce. Ma se lo ripetiamo tre o più volte, smette di agitarsi perché si è abituato. So di madri che lavorano in locali notturni e i loro figli non sono in alcun modo disturbati, perché lo hanno sperimentato fin dall'inizio», dice il nostro consulente. Un altro esempio viene da uno studio condotto a Osaka, una città giapponese vicina a un aeroporto: i bambini nati dopo una gravidanza trascorsa lì non trasalivano quando passava un aereo, come invece accadeva a neonati arrivati in città dopo la nascita.

Comunica con lui

La tua voce sarà una delle presenze più costanti per il bambino nel corso di questi mesi. Parlagli dolcemente, spiegagli quanta voglia hai di tenerlo tra le braccia.

«Il legame è importante. Cerca di un momento di tranquillità per parlare con tuo figlio. La tua felicità gli arriverà istantaneamente», spiega il dottor Cortada. Un'altra forma di comunicazione avviene attraverso il tatto. «Tutte le mamme in attesa sanno che quando qualcuno tocca la loro pancia, il bambino risponde. Ogni madre deve trovare un modo di comunicare con suo figlio. Per me, il segreto sta nel non parlare al bambino, ma con il bambino», dice Ibone Olza, psichiatra infantile e giovanile presso l'Ospedale Puerta de Hierro Majadahonda di Madrid.

Da: Crecerfeliz.es