Il lupo mannaro è una figura che da sempre ha affascinato gli appassionati del genere horror (ma non soltanto) e che ha ispirato moltissimi film. Quella del lupo mannaro è un'immagine che tutti conoscono, ma è interessante scoprire come nasce questo mito e cosa c'è di vero dietro la sua popolarità. Prima di parlare di tutto questo però è necessario stabilire che differenza c'è fra il licantropo e il lupo mannaro.

Il licantropo è di per sé un normale essere umano, ma uno squilibrio psicologico gli fa pensare che sia un animale (in questo caso un lupo) e lo porta a commettere crimini efferati come l'omicidio e cannibalismo, quindi è tutt'altro che finzione ma ovviamente non c'entra assolutamente niente l'animale.

Il lupo mannaro invece si differenzia dagli esseri umani per la sua "maledizione" che, alla vista della luna, lo rende una creatura metà lupo e metà umano, che dovrebbe mangiare carne e sangue per vivere (tradizionalmente è stato detto che il lupo mannaro deve nutrirsi di carne umana), quindi in questo caso parliamo di una leggenda.

Sebbene vi siano casi accertati di licantropia anche precedentemente, soltanto nel Medioevo le persone hanno cominciato a crearne la figura, in quanto era un periodo di grande povertà e il terrore creato attorno al lupo che può uccidere il bestiame (unica fonte di sostentamento) associato alla malvagità e ai crimini di alcune persone hanno portato alla fusione del concetto di "uomo" e lupo".

Cosa c'è di vero e cosa invece è totalmente inventato sull'uomo-lupo? lupo che ulula alla lunapinterest
Getty Images

Il termine però è ancora più antico, ed affonda le sue radici nella mitologia greca e in Licaone, primo re di Arcadia, che iniziò a commettere omicidi efferati alle cerimonie nei suoi culti pagani, uccidendo persone innocenti come offerta a Dio. Sempre secondo la mitologia Zeus, infuriato per questa carneficina, aveva deciso appunto di trasformare Licaone in un vero lupo, come castigo per il suo inaccettabile comportamento.

Solamente un mito quindi? Non proprio. Perché se la licantropia è riconosciuta come una malattia psichica a tutti gli effetti, ce n'è un'altra legata invece all'aspetto della persona. Già, perché l'ipertricosi congenita universale, conosciuta anche come la "sindrome dell'uomo lupo", è un chiaro esempio di come la realtà a volte supera la finzione. Ne esistono due varianti, ipertricosi lanuginosa congenita e la sindrome di Ambras. Nella prima i malati sono completamente coperti da lunghi peli lanuginosi, tranne i palmi delle mani e dei piedi. La lunghezza che i peli possono raggiungere è di 25 centimetri. Il pelo lanuginoso è quello che compare sui neonati, sulle loro spalle e braccia e di solito scompare dopo il primo mese, ma chi soffre di questa forma di ipertricosi invece non li perde, anche se questo potrebbe accadere in futuro da un momento all'altro. Nell'altra variante, la sindrome di Ambras, il pelo è più spesso e scuro e non viene mai perso. Sono pochi gli studi effettuati ma si sa per certo che si tratta di una mutazione genetica ereditaria. Tranne la presenza esagerata di peli, non vi è nessuna altra complicazione: non hanno una aspettativa di vita inferiore o sono più propensi ad ammalarsi.

Tuttavia, la presenza dell'individuo nella società è limitata, viene discriminato o maltrattato fisicamente o psicologicamente, e questo lo può portare ad avere gravi problemi psicologici. Uno dei motivi per cui esiste il mito dell'uomo lupo può assolutamente essere associato a questa sindrome, dato che ne contiene tutti gli aspetti. Non solo quindi una malattia psicologica come la licantropia, perché personaggi pelosi sono stati spesso erroneamente interpretati come lupi mannari, anche se in questo caso più per la loro morfologia che per le loro caratteristiche sanguinose. In conclusione, anche per quando riguarda l'uomo lupo possiamo affermare che si tratta di una leggenda, ma con un buon fondo di verità.