Se lo avete visto gareggiare a Rio 2016 avete anche assistito al suo ingresso nella storia, anzi, nella leggenda: il nuotatore Michael Phelps ha vinto la sua 19esima medaglia d'oro olimpica con una strepitosa frazione nella staffetta 4x100 stile libero, a cui ha partecipato all'ultimo minuto. Ma se vi siete chieste cosa fossero tutti quei cerchi rossi sul suo corpo, soprattutto lungo collo e spalle, ebbene sì, erano "succhiotti". Ma non della sua fidanzata Nicole Johnson.

Quei segni sono infatti dovuti alla coppettazione, o cupping therapy, una tecnica della medicina tradizionale cinese vecchia di 2000 anni che si avvale di particolari coppette in vetro o plastica che, applicate sul corpo, creano un effetto ventosa grazie all'applicazione di calore e all'aria: lo scopo è quello di aumentare il flusso di sangue nei muscoli, riducendo al minimo dolore e gonfiore e aiutando la guarigione o il recupero. Come funzionano? Sembra che il cupping rilassi il tessuto connettivo dei muscoli, che tende a irrigidirsi con l'esercizio fisico intenso. Il trattamento dura solo pochi minuti, ma sono sufficienti per rompere i capillari più superficiali e dare origine a quei segni (il che non è molto diverso, in effetti, da quel che succede durante un succhiotto).

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Phelps non è l'unico atleta che si sottopone alla coppettazione. Se ci fate caso, anche alcuni atleti del team di ginnastica americano hanno sul corpo segni simili. Nel 2004, Gwyneth Paltrow è stata fotografata con i segni delle coppette sulle spalle, e sembra che anche Jennifer Aniston l'abbia provata.

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Come riporta il New York Times, non ci sono moltissime ricerche che dimostrino la validità del trattamento. Ma se 23 medaglie olimpiche significano qualcosa, immaginiamo che Phelps continuerà a lungo con la cupping therapy.

DaHarper's BAZAAR US