La malattia di Lyme per molto tempo ha rappresentato una preoccupazione solo per chi vive in campagna, per gli escursionisti e - al limite - per i proprietari di cani. Ma da quando Bella Hadid, la supermodel, ha svelato la sua dura battaglia - che l'accomuna alla madre Yolanda Hadid e anche alla popstar Avril Lavigne - contro questo temibile morbo trasmesso dal morso di zecche infette dal batterio Borrelia burgdorferi, il mondo ha intuito quanto sia stata sottovalutata fino a oggi la malattia di Lyme. E quante sofferenze possa infliggere a chi ne è colpito: a rendere l'idea, la drammatica e toccante lettera che Bella Hadid ha scritto alla madre in occasione del preannuncio del libro che ne racconta la storia, Believe me (Credetemi), e postata su Instagram insieme alla cover del libro.

«Sono così orgogliosa di mia madre @yolanda.hadid oggi come ogni giorno. Questo libro segna un momento davvero incredibile per te. Ti ho vista a letto, combattere negli ultimi 5 anni, chiedendomi «perché una cosa del genere è dovuta toccare a un tale angelo?». Mi veniva da piangere, sapendo che non c'era nulla che potessi fare per aiutare (...). Sei stata in più studi medici e laboratori tu ogni giorno di quanti ne abbia visti in tutta la mia vita. Occorre trovare una cura per le persone ammalate nel mondo. Ho combattuto con la malattia di Lyme e con le altre infezioni correlate negli ultimi due anni, e questo mi ha debilitata e impedito di cavalcare i miei cavalli, di andare a scuola e mi ha creato problemi con il lavoro, le cose che amo di più. Tu sei l'unica persona che può comprendere quello che ho passato. Questo libro mostra bambini e adulti con la malattia di Lyme in tutto il mondo, non sei sola e noi crediamo in te. E per chi è interessato a leggere il viaggio nella malattia di @yolanda.hadid, Believe me è disponibile in preordine su Amazon. Ti amo mamma. Bella Hadid».

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Un vero dramma familiare, che spiega la gravità della malattia di Lyme e il calvario di chi viene colpito da questo "male invisibile", come lo definisce Yolanda Foster nel suo libro. Prima delle Hadid, già una Avril Lavigne in lacrime nel 2015 aveva confessato a Good Morning America le sofferenze causate dalla malattia di Lyme, che ha colpito la popstar nel 2013. «Pregate per me», twittò allora una Lavigne devastata dal male e dagli innumerevoli consulti medici, nessuno dei quali veniva a capo del suo problema, bollato persino come depressione a causa della spossatezza che tormentava la cantante, ora avviata sulla via della guarigione («Ho pensato di morire», disse a People, che dedicò al suo dramma la copertina). 

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Ma che cosa è la malattia di Lyme?

Definita dal New York Times «la malattia infettiva che si diffonde più rapidamente negli Usa dopo l'Aids», la malattia di Lyme, detta anche borreliosi, dagli Stati Uniti ha ampliato la sua diffusione in Asia, in Europa e in Sud America. In Italia è diffusa in particolare in Liguria (dove si è verificato il primo caso nel 1983), Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige, e i casi pare siano stati fino a oggi circa 1.300. Il nome della malattia deriva da quello della cittadina di Lyme, nel Connecticut, dove si verificò un'epidemia di questo male a partire dal 1975. I sintomi? Artrite, che iniziava con eritemi sul corpo, dolori articolari e mal di testa.

La malattia di Lyme è causata dal batterio Borrelia burgdorferi - che deve il nome al suo scopritore, Willy Burgdorfer - che infesta le zecche, che a loro volta possono infettare l'uomo e gli animali.

Secondo gli ultimi studi scientifici, la malattia si sta espandendo in Europa favorita dal cambiamento climatico e dallo sfruttamento del suolo, che favorirebbero la diffusione delle zecche.

I sintomi della malattia di Lyme

La malattia non è facilmente diagnosticabile perché presenta una grande varietà di sintomi e spesso viene confusa con una banale influenza. In più, molti pazienti non si sono mai accorti di essere stati punti da una zecca. Il sintomo davvero palese è un eritema cutaneo (eritema cronico migrante), una piccola macchia rossa che si ingrandisce (può anche raggiungere dimensioni considerevoli), spesso ha forma circolare e compare nella maggior parte dei casi, anche se non sempre (pare che nel 50 per cento dei casi non vi sia alcuna manifestazione cutanea). 

All'eritema si accompagnano febbre, anche alta, mal di testa, rigidità del collo, linfonodi gonfi, dolori muscolari e spossatezza. Se la malattia va avanti compaiono complicanze neurologiche (persino paralisi facciali), articolari (fino all'artrite cronica), cardiache e psichiatriche.

Come si cura la malattia di Lyme

La diagnosi tempestiva, dunque, per quanto difficile è fondamentale per bloccare il decorso della malattia con massicce dosi di antibiotici mirati al batterio responsabile dell'infezione e somministrati anche per un lungo periodo. Esistono test del sangue per la ricerca degli anticorpi legati alla borrelia, che però spesso generano falsi positivi o falsi negativi (ma restano comunque consigliabili). Gli Istituti Sanitari Nazionali americani raccomandano ai medici di basare la diagnosi sul fatto che il paziente ricordi o meno di essere stato punto da una zecca, sui sintomi e sull'esclusione di altre patologie con sintomi simili. La terapia è ovviamente tanto più efficace quanto la diagnosi è precoce: più il tempo passa e la malattia si diffonde, tanto è difficile garantire la guarigione.

Come prevenire la malattia di Lyme

Sembra banale dirlo, ma la prima strategia preventiva è evitare di essere punti dalle zecche: nelle zone boscose e nei prati delle zone dove sono segnalate (ma la cautela è d'obbligo in ogni caso) è bene camminare al centro dei sentieri, con cappello, pantaloni lunghi infilati nelle calze e nessuna parte del corpo troppo scoperta; è possibile spruzzare sugli indumenti e sulla pelle i comuni repellenti per insetti. Indossare indumenti chiari aiuta a individuare meglio i parassiti, che nella fase immatura, quando non sono gonfi di sangue, possono sembrare particelle di sporco o banali insetti innocui. Una volta tornati a casa, prima di entrare ispezionarsi abiti e corpo, facendo molta attenzione alle parti coperte da peli (controllate attentamente anche gli animali domestici), e se individuate una zecca già attaccata alla pelle, rimuovetela delicatamente con una pinzetta facendo un movimento rotatorio e verso l'alto fino a che non si stacca con tutto il corpo, rostro incluso. Mai usare alcol, olio o altre sostanze perché possono causare il rigurgito del parassita, che così rischierebbe di inoculare l'eventuale batterio patogeno di cui è vettore. In ogni caso, dopo aver rimosso la zecca è bene avvertire il medico e monitorare la zona del morso: se appaiono eritemi o rossore, oppure febbre, meglio rivolgersi al pronto soccorso dicendo chiaramente di essere stati morsi da una zecca, idem se il rostro è rimasto conficcato nella pelle nel tentativo di rimuovere il parassita.