Care amiche,

quanto tenete alle vostre relazioni? Al rapporto con il partner, a quello con i vostri figli, la famiglia d'origine, gli amici? C'è chi mette la vita affettiva in secondo piano ma, alla luce dei fatti, senza un cuore ben nutrito è difficile raggiungere la felicità. Eppure, la maggior parte dell'energia spesa nelle nostre giornate va in tutt'altra direzione. Siamo così occupati dal lavoro, dagli impegni familiari, dalle grane da sbrogliare e persino dal tempo libero da organizzare che ci rimane molto poco carburante per ravvivare il fuoco della cosa più importante che abbiamo: l'amore. In più, complice l'abitudine di vederci sempre attorno le persone che ci stanno a cuore, le diamo per scontate. E non le ascoltiamo. Certo, sentiamo ciò che dicono, ma non prestiamo attenzione alle emozioni che stanno dietro le loro parole, non cogliamo l'essere che sta dietro il dire e il fare. Così non ci rendiamo conto dei loro cambiamenti interiori – i più importanti – e, dopo anni di relazione solida e sicura, forse ci accorgiamo che l'uomo che ci sta accanto è un estraneo. Che ci ha tradito. O che nostro figlio ci detesta. E si comporta in modo per noi inconcepibile. Allora tutto sembra così assurdo, e ci chiediamo: se fino a ieri tutto sembrava scorrere senza intoppi, cosa è successo?

L'ascolto come chiave

In realtà tutti gli eventi hanno un lungo periodo di gestazione di cui non ci accorgiamo. Non per cattiva volontà, quanto per l'incapacità di praticare un vero ascolto. Quando una persona ci sta a cuore, facciamo di tutto per farla stare bene e cerchiamo di tirare fuori il meglio di noi stessi. Ma tutti questi sforzi – più o meno piacevoli – non sortiscono gran risultato se non comprendiamo ciò di cui l'altro ha realmente bisogno. E questo è possibile solo ascoltandolo. Ma cosa significa ascoltare? Non tanto aprire bene le orecchie quanto disporre la mente e il cuore ad apprendere, a com-prendere senza proiettare sull'altro le nostre convinzioni, le nostre aspettative e i nostri pensieri. Per questo l'ascolto è un'arte. Che s'impara esercitandola dapprima su se stessi.

Proiettiamo inconsapevolmente

Secondo la psicologia buddista, la nostra coscienza si compone di una coscienza mentale - equiparabile alla nostra mente razionale - e di una mente deposito equiparabile a quello che noi occidentali chiamiamo subconscio. La coscienza deposito è come un enorme pezzo di morbido gesso su cui qualsiasi input (interno o esterno) lascia un'impronta, deposita un seme. Se questo seme viene annaffiato da eventi, circostanze, pensieri e azioni che lo nutrono, ecco che cresce una pianta. Se, per esempio, le vicende che viviamo da piccoli annaffiano dentro di noi il seme dell'insicurezza o della rabbia o della vergogna, da grandi useremo l'insicurezza, la rabbia e la vergogna come filtri attraverso i quali leggere il nostro rapporto con l'altro, le sue parole, le sue azioni. Produciamo sensazioni modellate su questo stampo/filtro, pensiamo pensieri condizionati da questo filtro, pronunciamo parole ed eseguiamo azioni condizionare da questo filtro. In pratica, proiettiamo costantemente i nostri nodi all'esterno. Ma il 90% delle volte non ce ne accorgiamo.

Lo stampo della nostra realtà

Piacere, rabbia, amore, avversione, tristezza, insofferenza, noia: quanto peso hanno le nostre emozioni nel determinare i rapporti che sviluppiamo? Diventare consapevoli dei nostri contenuti mentali (pensieri, emozioni, idee, convinzioni, immagini, ricordi…) è fondamentale per capire dove stiamo andando, che mondo stiamo creando, che realtà stiamo abitando. L'ascolto del nostro mondo interiore è la chiave per accedere agli automatismi cristallizzati nel nostro subsconscio, responsabili del 95% della realtà che viviamo. Solo sviluppando una consapevolezza amorevole di ciò che ci accade dentro possiamo creare uno spazio di libertà tra noi e quei modelli condizionanti che non ci consentono di ascoltare e comprendere realmente l'altro. La buona notizia è che, che una volta creato questo spazio di libertà attraverso la pratica dell'auto-ascolto – cioè dell'osservazione non giudicante del nostro panorama interiore - al suo interno possiamo risanare il nostro modo di amare, iniziando ad avere relazioni mature, appaganti e serene. C'è un famoso detto che recita «Il nostro mondo è ciò che ne facciamo con i nostri modi di pensarlo». Ebbene, potremmo dire di più: potremmo dire che le nostre relazioni sono ciò che ne facciamo con il nostro modo di ascoltarle. Di ascoltarci per saper ascoltare chi amiamo.

In pratica

Passando dalla teoria alla pratica, come esercitarsi nell'ascolto profondo? Vi riporto qui i 5 consigli dati dal grande Maestro Thich Nhat Hanh:

1) Ascolta con tutto te stesso, senza interrompere, senza dare consigli, senza giudicare né trarre conclusioni. In pratica, ascolta solo per permettere all'altro di esprimersi. Non per dare indicazioni o istruzioni.

2) Osservati mentre ascolti: ti accorgerai che, spesso, prima che l'altro abbia finito una frase, hai già pronta una risposta, un'opinione, un consiglio. Che, ovviamente, si basa sulla tua esperienza e non sulla sua.

3) Ascolta l'altro ascoltando te stesso: che emozioni provi in risposta alle parole ascoltate? Ti accorgerai che, se l'altro ti accusa, ti verrà spontaneo trovargli delle colpe. Se ti aggredisce verbalmente, ti verrà spontaneo aggredirlo a tua volta: è naturale! I meccanismi emotivi ci azionano come robot e le emozioni negative sono come esplosivi che appiccano facilmente il fuoco nel nostro cuore e nel nostro cervello.

4) Non abboccare all'amo. Invece di farti trascinare nel botta e risposta sposta subito il focus dell'attenzione dall'altro (dal suo comportamento, dalle sue parole, dai pensieri che ti vengono in mente) all'interno di te stesso per ascoltare le emozioni che provi.

5) Se senti che ciò che l'altro dice ti sta destabilizzano (irritando, rattristando, sfiduciando, deludendo…) utilizza la respirazione consapevole per tornare centrata nel corpo e non farti trascinare dalle formazioni mentali svantaggiose. Resta nell'onda del respiro addominale e, lì, rilassati.

Bastano pochi minuti di questo tipo di ascolto per ottenere due importanti risultati: una maggiore conoscenza di si stessi e una reale comprensione – magari parziale ma sicuramente reale – dell'altro. Potrai infatti renderti conto delle aspettative che proietti su questa persona, dei tuoi pre-concetti, dei filtri che solitamente utilizzi nel rapportarti a chi ami. Nella vita quotidiana, ogni occasione è buona per esercitarsi in questa pratica che, se paragoniamo l'Amore alla salute e la solitudine alla malattia, costituisce la miglior forma di prevenzione, la più utile, efficace e a costo zero.

Il mio augurio è che decidiate di dedicare anche solo 5 minuti al giorno ad ascoltare profondamente chi amate. E possiate accorgervi di come, con questo piccolo esercizio, il cambiamento nelle relazioni sia davvero grande.

Buona settimana!

Con amore,

Grazia

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Grazia Pallagrosi, meditazione mindfulnesspinterest
Grazia Pallagrosi, giornalista e insegnante di Mindfulness, vive tra l'Italia e la Thailandia, dove conduce ritiri di meditazione e riequilibrio psicofisico.