Sarà capitato anche a te di incontrare un adulto che si comporta come un bambino. La chiamano sindrome di Peter Pan e descrive bene l'atteggiamento di chi vive un'eterna fanciullezza, rifiutandosi di crescere, di assumersi responsabilità, di fare delle scelte: spesso quando colpisce gli uomini si parla di uomini bambini che hanno paura di crescere e spesso caratterizzati dall'incapacità di amare. Una persona immatura in fuga dalla realtà o da se stesso che mantiene anche in età adulta tratti infantili.

L'eterno Peter Pan è un adulto che si comporta come un bambino, che vive in un eterno presente, senza regole, quasi sempre perché le regole non gli sono mai state imposte o insegnate. Un po' a causa della famiglia, un po' a causa della società che ha spalancato i confini delle scelte di tutti noi, senza darci una bussola per orientarci né la possibilità effettiva di compiere quelle scelte. Con la psicologa Viola Poggini, dell'Ordine degli Psicologi del Lazio, cerchiamo di capire meglio di che si tratta, quali sono le cause della Sindrome di Peter Pan e come può essere superata.

Genitori che non impongono regole

La sindrome di Peter Pan colpisce chi ha avuto genitori troppo permissivi che non hanno saputo educarepinterest
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I genitori moderni hanno preso la distanza dal modello autoritario per assumerne uno molto permissivo e iperprotettivo. Si preoccupano molto di piacere ai figli, però derogano al loro compito essenziale, che è quello di educare. Con questa modalità rischiano di trasmettere ai figli un messaggio di squalifica, portandoli a pensare «se mi proteggono è perché non ho le capacità e le competenze per fare questa cosa». Ciò comporta degli effetti sull'autostima dei figli ed è chiaro che la crescita dell'individuo viene inibita generando una persona immatura. Non c'è maturazione se non nel confronto con le proprie frustrazioni, con gli errori, i fallimenti che ciascun giovane deve poter sperimentare. Un giovane si deve arrabbiare per emanciparsi. Il tentativo di certi genitori di metter i figli al riparo dalle frustrazioni genera quegli eterni bambini descritti nella storia di Peter Pan.

Senza limiti non si superano i propri limiti

Questa paura di crescere si spiega con l'affievolirsi della funzione normativa esercitata dai genitori, che ha a che fare con molti fattori, non ultimo, il cambio dei ruoli tra madre e padre. Ricordiamoci che è l'incontro con le regole che ci fa crescere, ci fa maturare. Certo, non è piacevole, ci fa sentire il peso dei nostri limiti, ma non può essere altrimenti. Se non abbiamo limiti come possiamo pensare di superare i nostri limiti? Quello che viene definito complesso di Peter Pan o Sindrome di Peter Pan è proprio la difficoltà di alcuni individui, cresciuti sotto una campana di vetro, mai messi di fronte ai problemi, al dolore, di assumersi responsabilità, di rischiare, di programmare o anche di fare delle scelte, perché ciascuna scelta implica una rinuncia e loro non ne sarebbero capaci.

Sindrome di Peter Pan psicologia

La sindrome di Peter Pan colpisce i figli di genitori troppo permissivipinterest
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Quale soluzione suggerire per rimettere in campo le regole? Una possibilità potrebbe essere quella di trasmettere ai figli forti passioni e desideri che possono diventare un mezzo per mettersi alla prova, elementi che permettono di confrontarsi con le delusioni e le frustrazioni. Passioni e desideri possono essere un motore per esprimersi ed esporsi, per innescare quel processo di crescita che altrimenti rimane congelato.

Sindrome di Peter Pan come guarire

La sindrome di Peter Pan rende le persone incapaci di crescere e prendersi responsabilitàpinterest
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Solo chi impara ad accettare il dolore e le difficoltà come parte necessaria del proprio percorso di crescita individuale progressivamente perde i tratti infantili e può superare la sindrome di Peter Pan. Svicolare da questo percorso non è possibile: dobbiamo ascoltare le nostre emozioni, saperle gestire, saper rimanere con esse. Se le sopprimiamo, le emozioni trovano altri canali per esprimersi, ed ecco che possono comparire ansia e depressione, frequenti nelle persone che sfuggono a se stesse. Ricordate la fine della storia di Peter Pan? Wendy e i fratellini tornano a casa perché sentono la mancanza dei genitori, ovvero perché vogliono crescere. Invece Peter Pan rimane sull'isola che non c'è, un luogo che non esiste, perché non è possibile sfuggire a se stessi.