Care amiche,
vi è mai capitato di essere in difficoltà perché non sapete che pesci pigliare? Davanti a un bivio, in un momento critico o quando si è sotto pressione, decidere può essere molto difficile! Del resto i leader si riconoscono proprio da questo: sanno decidere e agire laddove gli altri si paralizzano. Sanno andare avanti anche senza mappe, quando non ci sono abbastanza informazioni e l'orizzonte non è né chiaro né sicuro.
Il segreto di questa capacità è l'attitudine a cercare i punti cardinali dentro invece che fuori. In se stessi invece che nell'ambiente circostante. Il che, detto in termini molto semplici, consiste nel chiedersi spesso:
CHIEDILO AL CAVALLO
Una storiella zen racconta di un viandante che vede passare un cavaliere lanciato al galoppo sul suo cavallo e gli chiede: «Dove stai andando?»
«Non lo so», risponde il cavaliere, «domandalo al cavallo».
Senza rendercene conto, assomigliamo molto a quel cavaliere. Siamo talmente presi dalle cose di tutti i giorni che raramente ci fermiamo a pensare: perché lo sto facendo? Chi sono veramente? Perché sono qui? Sono davvero queste le persone con cui voglio avere a che fare? E dove voglio arrivare? Gli esperti americani di leadership la chiamano la legge del Why, How and Destination, da applicare il più spesso possibile per non perdere il corretto orientamento esistenziale e professionale. È una legge di consapevolezza: più la applichiamo, più ci dotiamo di una bussola che magicamente compare davanti alle criticità, e ci aiuta a scegliere la direzione migliore.
LE DIFFICOLTA' COME OPPORTUNITA'
Grazie a questa bussola, puoi sviluppare un approccio più consapevole e renderti conto che le difficoltà esterne sono, in realtà, una comunicazione interna: segnalano sempre un tuo nodo e il tuo bisogno di affrontarlo, soprattutto se finora hai tentato di svicolare.
Finché non li prendi in considerazione, i nodi ritornano e le difficoltà continueranno a ripetersi, come un vecchio copione interpretato ogni volta da persone diverse, in situazioni diverse, in momenti diversi della tua vita. Il lato positivo è che, inquadrati in questa prospettiva, i problemi davanti ai quali solitamente ti areni diventano stimoli a migliorare la comprensione di chi veramente sei, di cosa veramente vuoi e di dove veramente desideri andare. In fondo, davanti a un muro si possono fare due cose: fermarsi oppure salirci sopra per vedere meglio. E allargare lo sguardo dalla vecchia prospettiva a quella che, forse, meno ti aspettavi.
IL PEZZO CHE TI MANCA
Facciamo un esempio: stai andando fuori città in treno, sei seduta comodamente e leggi il tuo libro, gli altri guardano il cellulare o fuori dal finestrino. Che pace! Alla prossima stazione sale un padre con 3 bambini. Questi sono davvero scatenati: iniziano a urlare, scalciano sui sedili e si buttano sul pavimento, mentre il papà non reagisce e tiene lo sguardo fisso a terra. I passeggeri si agitano e mostrano insofferenza. A un certo punto uno dice: «Scusi, non si rende conto che i suoi figli disturbano?». E il padre risponde: «Lei ha assolutamente ragione, ma siamo appena usciti dall'ospedale dove la loro mamma è morta e io non so cosa fare». Questo piccolo pezzo d'informazione cambia il paradigma di lettura della realtà. Dà motivazioni per comprendere e reagire in modo diverso. E se questa è una situazione estrema, anche in quelle più ricorrenti e banali c'è sempre un pezzo d'informazione che manca. Per trovarla, soprattutto quando le criticità riguardano il rapporto con gli altri, la mindfulness insegna a reagire esattamente nel modo opposto a quello cui siamo abituati: invece di contrarti, apriti, per fare in modo che quel pezzo di informazione possa arrivare.
La carezza del vento scolpisce le montagne e non c'è nulla come la gentilezza per aprire possibilità dentro gli ostacoli.
Buona settimana!
Con Amore,
Grazia
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Grazia Pallagrosi, giornalista e insegnante di Mindfulness, vive tra l'Italia e la Thailandia, dove conduce ritiri di meditazione e riequilibrio psicofisico.