Difendere i propri spazi significa difendere la propria individualità e quindi il proprio benessere.  Quando ci si sente invasi, quando si avverte che il proprio territorio è ingombro, deve suonare il campanello di allarme. Il confine serve a definire chi siamo, dove comincia lo spazio irrinunciabile del nostro sè che va in ogni momento preservato se vogliamo tutelare noi stessi. 

Il confine va inteso come una forma di comunicazione e relazione e ciascuno di noi deve farsi un'idea chiara di come e quando può essere aperto e violato o va invece difeso. Certo, è una questione soggettiva, ciascuno ha una tolleranza più o meno alta, ma lo spazio tra noi e gli altri non è mai una zona neutra e come gli altri si muovono in questo spazio incide profondamente sul nostro benessere. La violazione dello spazio può causare fastidio, ansia, paura, però, al contrario un atteggiamento che scoraggi troppo gli altri, ci creerà il vuoto attorno. Ecco come mettere qua e là dei paletti per migliorare le relazioni.

1. A casa, limitare le interferenze 

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Createvi un luogo tutto per voi, che venga riconosciuto dagli altri membri della famiglia come tale. Se non può essere una stanza intera, che sia una poltroncina, una seggiola vicino al davanzale, un angolo qualsiasi che non può essere occupato senza il vostro permesso dove farete quello che più vi piace fare senza troppe interferenze:pensare, telefonare, leggere. Sarà uno spazio inviolabile che gli altri devono imparare a rispettare. Sarà il luogo da cui lanciare un messaggio chiaro una volta per tutte: quando sono lì, non ci sono per nessuno. 

2. Al lavoro, questione di ruoli

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Sul luogo di lavoro non sarà un problema di un luogo fisico, ma di spazio all'interno dell'organizzazione o del gruppo cui si appartiene. Ciascuno di noi ha diritto a delimitare un ruolo preciso, una sua mansione, un ambito esclusivo che implicherà probabilmente più responsabilità ma anche più soddisfazione e riconoscimenti. Se non si marcano i confini, c'è il rischio che lo sforzo e i risultati individuali vengano confusi con quelli complessivi e che il proprio apporto venga così diluito o vanificato. Quanto alla reperibilità al telefono, anche quella va contrattata e delimitata, perché il tempo libero ci appartiene e dobbiamo preservarlo da incursioni estranee.

3. In coppia, non perdere la propria identità

Non tutelare il proprio spazio all'interno della coppia porta al rischio di perdere la propria identità, ovvero di annullarsi nell'altro. 

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Se all'inizio di un rapporto la sensazione di fusione può essere molto appagante e totalizzante, necessariamente con il tempo si sentirà il desiderio di avere nuovi spazi, o di fare spazio anche ad altro. Il ché non significa avere una vita parallela, segreta, ma coltivare i propri interessi per arricchire e alimentare il rapporto di coppia. 

Serve a non perdere di vista noi stessi: tutte le volte che ce ne allontaniamo, si genera malessere. La sfida è cercare il giusto equilibrio o non smettere di cercarlo.