Care amiche, avete trascorso un bel week end?

Io ne ho approfittato per leggere un libro che vi consiglio: s'intitola Plum Village Love Story (ed. Lindau) ed è una graphic novel scritta da Phap Ban, alias Claudio Panarese. Disegnatore di successo della Walt Disney, a 24 anni Claudio scoprì la meditazione e, dopo un po', iniziò a vivere come laico a Plum Village, il più grande centro di Mindfulness in Europa, fondato da Thich Nhat Hanh tra le meravigliose colline vicino a Bordeaux.

Phap Ban, Plum VillageLove Story - coverpinterest

Dopo 10 anni diventò monaco. Nel 2011, alla fine di un insegnamento, Thay (così chiamiamo affettuosamente Thich Nhat Hanh, usando un termine che in vietnamita significa 'maestro') chiese a monaci e monache di raccontare con foto, poesie, video e novelle la loro storia d'amore con Plum Village. Come mai una love story? Perché Plum Village rappresenta concretamente il sentimento di gioia, apertura e accoglienza di cui si nutre il vero amore. Oltre a centinaia di monaci e monache buddisti provenienti da ogni paese, ha ospitato e continua a ospitare migliaia di persone tra atei, cristiani, ebrei, islamici… Apre le braccia a chiunque voglia immergersi consapevolmente nella vita, ed esplorare con consapevolezza il mistero della felicità e della sofferenza. È un luogo permeato di dolcezza, che Phap Ban racconta per immagini e piccole frasi, proprio come in una dichiarazione d'amore.

«Si respirava una morbidezza e una voglia di stare insieme», dice descrivendo le impressioni del primo ritiro. «La campana fermava il mondo come se improvvisamente ci ricordassimo di qualcosa che avevamo sempre saputo. Mi sembrava di essere tornato a casa. Una casa che non ricordavo di avere».

Quella casa la conosciamo tutti noi che siamo stati lì. Quella casa è l'Amore.

Il potere della gentilezza

L'Amore inteso come gentilezza, accettazione, generosità e com-prensione è la nostra vera natura e, allo stesso tempo, il super potere che trasforma ogni cosa in gioia. Il libro è introdotto infatti dalle parole di Peter Pankov:

"Siamo tutti super eroi, ognuno col suo potere".

Ma come lo ritroviamo questo potere? Ammorbidendoci. Esercitando Metta – l'amorevole gentilezza - la mente estende la sua capacità di comprensione oltre le limitazioni intellettuali e il cuore diventa una bussola che permette di prendere la giusta direzione. A questo proposito vi racconto una storia tratta dal libro Kindfulness (Wisdom edizioni) di Ajahn Braham, direttore della Buddist Society of Western Australia.

«C'era una volta una ricca signora che andava a scuola di meditazione ogni mattino. Poiché diversi vicini avevano subito gravi furti in casa, disse al guardiano di stare molto attento. "Be alert and mindful at all time", gli disse, invitandolo ad applicare le regole della mindfulness al suo lavoro: osservare tutto ciò che accade con attenzione e concentrazione.

Quanto la signora tornò a casa, notò che i ladri erano entrati e l'avevano saccheggiata. «Ma come?», urlò alla guardia, «ti avevo detto di stare attento!».

«Sono stato attento!», rispose l'uomo. «Ho osservato i ladri che arrivavano, entravano e poi uscivano dalla villa con tutti i suoi gioielli e i suoi preziosi beni. Con consapevolezza ho preso atto del fatto che i ladri stavano entrando quando i ladri stavano entrando, che i gioielli se ne stavano andando quando i gioielli se ne stavano andando e che persino la sua cassaforte veniva portata via mentre la portavano via. I was really mindful, ma'am!».

Morale dalla favola: attenzione e concentrazione non bastano se non c'è l'intelligenza del cuore che ci spinge ad evitare danni a noi stessi e agli altri.

Ammorbidire ogni ostacolo

Unendo la mindfulness alla kindness (gentilezza) si arriva invece a quella che Abraham chiama kindfulness, un mix strepitoso che cambia di segnodal negativo al positivo – ogni esperienza di vita, dal mal di pancia fino alle problematiche di lavoro. Lo spiega in modo molto concreto, raccontando di un'intossicazione che lo piegò in due sotto i colpi di tremendi crampi addominali. Invece di disperarsi, pensò che fosse una buona opportunità per esercitarsi nella kindfulness. Si concentrò sull'osservazione non giudicante di ciò che sentiva in quel momento (= mindfulness) e sulle sensazioni che, aggregandosi, creavano il dolore: senso di oppressione, bruciore, preoccupazione, paura.

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Poi applicò la gentilezza (=kindness) iniziando ad inviare tenerezza, amore e sorrisi proprio alla zona del corpo che avrebbe voluto cancellare a causa delle sofferenza che gli procurava. I segnali di risposta non tardarono ad arrivare: l'intestino divenne più rilassato e i dolori iniziarono a diminuire. In 20 minuti, tutto era scomparso. Un'accoglienza gentile, infatti, induce rilassamento e una morbida riarmonizzazione con ogni ostacolo. "Porta pace nel corpo, nella mente e nel mondo", dice Ajahn Abraham, "e permetti alla guarigione di compiersi. Quindi non limitarti ad essere consapevole. Sii gentile!".

La durezza non aiuta a cambiare

Lo stesso approccio può essere usato nei confronti della mente, che spesso trattiamo con poco garbo quando decidiamo che dobbiamo migliorare. Per capirci: immagina di ricevere una telefonata da un amico che t'invita a cena.

"Ciao, saresti libera stasera per una cenetta assieme?"

"Certo" rispondi.

"Perfetto", dice lui, "allora andremo nel ristorante che piace a me, non in quello che preferisci tu. Dovrai ordinare del pesce crudo, non il fritto che ti piace tanto ma fa malissimo. Come dessert prenderemo un aspic di frutta, non quelle torte ridondanti di cioccolato e grassi che mangi di solito. E sappi che parleremo di filosofia, perché non mi interessano i tuoi futili pettegolezzi. Ah, dimenticavo: staremo lì esattamente 45 minuti, non uno di meno né uno di più'".

Ti piacerebbe ancora uscire con un tipo così? Penso proprio di no! Eppure si è comportato esattamente come ci comportiamo con la mente quando vogliamo cambiare qualcosa: assumere 'nuove e sane abitudini', per esempio, oppure smettere di pensare in modo inadeguato al nostro successo professionale o sentimentale.

Se la trattiamo con durezza, cercando di controllarla rigidamente, arrabbiandoci quando lei sfugge o scalpita, non riusciremo mai a rilassarci veramente. E neppure la meditazione ci servirà a cambiare.

Esercitati nell'amore per te stessa

Ma pensa un po' se ricevessi invece una chiamata da un altro amico che ti dice:

"Ciao! Ti va di cenare assieme questa sera? In che ristorante ti piacerebbe andare? Che cibo preferisci? A che ora potresti? Non preoccuparti per il rientro, se ti fa piacere ti riaccompagnerò a casa". Scommetto che saresti molto più ben disposta.

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Bene, allora inizia a trattare te stessa nello stesso modo: immaginati come il tuo miglior amico o come un partner adorato, da amare e rispettare. Può sembrare difficile, ma è tutta questione di pratica: esercitando con costanza la kindfulness – cioè l'unione di mindfulness e kindness – svilupperai automaticamente un atteggiamento di apertura, ascolto, tenerezza verso te stessa e, di conseguenza, verso gli altri e gli eventi della tua vita. Se usi la gentilezza, qualsiasi cosa si metterà volentieri al servizio dei tuoi desideri, innescando un circolo virtuoso che ti renderà più facile essere gentile e serena. Come dice Phap Ban nel suo bel libro,

"La pratica poco a poco ha invaso la mia vita come un grande fiume tranquillo".

È esattamente quello che auguro anche a te.

Buona settimana,

con Amore,

Grazia

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Grazia Pallagrosi, meditazione mindfulnesspinterest

Grazia Pallagrosi, giornalista e insegnante di Mindfulness, vive tra l'Italia e la Thailandia, dove conduce ritiri di meditazione e riequilibrio psicofisico.