Care amiche,

l'atmosfera natalizia ci fa scivolare veloci verso il momento in cui un altro anno starà per finire. Fra poco sarà tempo di bilanci e di pianificazioni. Ma anche tempo di desideri. Cosa desiderate per l'anno che verrà?

La felicità è il desiderio che ci accomuna

In una prospettiva mindful, analizzando ognuno dei momenti presenti che s'inanellano a formare la vita di ogni persona, se scaviamo dietro le motivazioni per cui ognuno è quello che è e fa quello che fa, troviamo sempre un desiderio che tutti ci accomuna: essere felici. Tutti vogliamo essere felici, indipendentemente dalle differenze di aspirazioni personali. E nonostante la gamma degli obiettivi che l'essere umano vuole raggiungere si estenda su diversi piani - denaro, amore, successo, potere - scavando sotto i motivi per cui spendiamo energie in queste macro aree troviamo sempre due cause primarie: il desiderio di essere felici e la paura di non esserlo.

Secondo Thich Nhat Hanh, la mancanza di felicità è il motivo per cui scoppiano guerre e contrasti non solo a livello internazionale, ma anche nel profondo del nostro cuore e nelle relazioni tra noi e l'altro. Un essere felice ed appagato difficilmente attacca, aggredisce, critica e fa soffrire gli altri. La felicità crea benessere individuale e collettivo.

L'obiettivo è già nelle tue mani

Il punto è che questa 'felicità' viene considerata come imprevedibile e incontrollabile. Invece, agli occhi della scienza, è il frutto dell'attivazione e della disattivazione di specifiche aree mentali. Lo studioso che ha dato il maggior contributo in questo ambito di ricerca è Richard Davidson, che da 30 anni opera nel campo delle "neuroscienze affettive" utilizzando tecnologie come il FMRI (la risonanza magnetica funzionale) e il Brain Mapping. Grazie a questi strumenti Davidson ha scoperto che i nostri comportamenti emotivi riflettono diversi livelli di attività in circuiti cerebrali specifici e che tutte le attitudini tipiche delle persone felici – per esempio la resilienza, cioè la capacità di riprendersi dallo shock di eventi negativi e tornare a vivere serenamente - sono dovute al fatto che la corteccia prefrontale sinistra lavora intensamente e invia segnali inibitori all'amigdala.

Esempio: nei resilienti, quando si verifica un evento stressante, la parte sinistra della corteccia prefrontale si attiva e manda velocemente segnali all'amigdala, impedendole di farci sentire troppa paura. Gli studi hanno dimostrato con precisione quanto l'attività della corteccia prefrontale sinistra sia fortemente legata al sentimento di benessere, mentre la zona prefrontale destra è associata alle emozioni negative, di cui l'amigdala – magazzino che stocca le nostre emozioni - mantiene il ricordo costruendo negli anni un vero archivio di associazioni sgradevoli.

Grazie alla plasticità che lo caratterizza, il cervello può essere riprogrammato in 'modalità felice', e per capire come farlo gli scienziati hanno sottoposto ad ecografie cerebrali gruppi di persone – monaci buddisti e laici – accomunati dal fatto di essere sereni in modo costante e indipendente dalle circostanze.

Risultato? L'attività che più facilmente induce a sviluppare felicità è la meditazione accompagnata da sentimenti di compassione (intesa non come pena ma come capacità di condividere le emozioni degli altri e desiderare il loro bene) e gratitudine. Tutti i meditanti messi sotto esame mostravano infatti un aumento d'attività nella corteccia prefrontale sinistra e una riduzione sia dell'attività prefrontale destra che dell'amigdala.

Come si arriva alla felicità

Gli studiosi hanno concluso che la felicità consiste in uno stato mentale privo di paura e nel totale controllo delle emozioni. Come ci si arriva? Uno dei metodi più efficaci e semplici è sviluppare il senso della gratitudine che, oltre a rendere particolarmente attiva la corteccia prefrontale sinistra, stimola la produzione di dopamina e serotonina (i neurotrasmettitori su cui agiscono farmaci antidepressivi come il Wellbutrin o il Prozac).

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Ecco 5 metodi per arrivare a essere felici

1. Tieni un diario della gratitudine

Alla Hofstra University di Hempstead (Long Island, New York) i ricercatori hanno chiesto a un gruppo di studenti di scrivere ogni giorno un elenco di cose per cui si sentivano grati, mentre altri studenti (gruppo di controllo) registravano solo eventi neutrali o spiacevoli. Risultato? I ragazzi che producevano sistematicamente pensieri di gratitudine hanno migliorato le loro prestazioni intellettuali e ridotto malesseri da stress quali mal di testa e dolori addominali. "Se la gratitudine fosse un farmaco, sarebbe il prodotto più venduto al mondo" ha dichiarato il dott. P. Murali Doraiswamy, responsabile del dipartimento di "Biologic Psychology" presso il Duke University Medical Center. Perché allora non scrivere in agenda, oltre all'elenco degli impegni giornalieri, anche quello delle cose/persone/eventi che ci hanno dato gioia o piacere? Chi lo fa, già dopo una settimana ottiene un miglioramento dell'umore e inizia a cambiare in positivo il registro dei propri pensieri.

2. Esercitati ad apprezzare i piccoli piaceri di ogni giorno

Il profumo di una tazza di tè, la sensazione gradevole dell'acqua calda sulla pelle quando ti lavi, la bellezza del colore del cielo sereno, la straordinaria forma delle nuvole… La fonte del piacere solitamente è sotto il nostro naso, ma siamo troppo occupati per accorgercene.

3. Esercitati a scoprire il lato apprezzabile delle cose più scontate di ogni giorno

Avere una casa, degli affetti, in lavoro. Tutto ciò che diamo per acquisito ha un valore inestimabile!

4. Esercitati a trovare il lato positivo delle persone negative

Fallo almeno una volta al giorno. E vedrai che, col mutare del tuo atteggiamento mentale, cambierà anche il tuo modo di percepire le persone, che diventeranno meno pesanti.

5. Esercitati a trovare il lato positivo nelle situazioni negative

Per programmazione della specie siamo abituati a focalizzarci sulle cose che non vanno: esercita il tuo pensiero ad andare al contrario.

Mancano 20 giorni all'anno nuovo: se ti eserciti tutti i giorni potrai arrivare al 2017 con tutte le basi pronte per ottenere il tuo principale desiderio, la felicità. Perché al cervello servono 21-29 giorni per riplasmare le proprie aree costruendo nuove reti neurali più favorevoli al benessere. Chiunque può farlo, a patto di non mollare.

Ti auguro perseveranza, fiducia e… vedrai presto i risultati!

Con Amore

Grazia

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Grazia Pallagrosi, meditazione mindfulnesspinterest
Grazia Pallagrosi, giornalista e insegnante di Mindfulness, vive tra l'Italia e la Thailandia, dove conduce ritiri di meditazione e riequilibrio psicofisico.