Care amiche, come è andata la scorsa settimana? Se avete individuato il vostro pattern limitante (leggendo le indicazioni della scorsa lezione), possiamo partire da questa nuova consapevolezza per installare una vera e propria routine anti stress che vi protegga in modo concreto ed efficace. Ma, prima di questo, è necessario che prendiate una decisione vincolante: quella di mettere il vostro equilibrio e la vostra serenità davanti a ogni altro impegno e obiettivo. Se questo incipit manca, tutto il resto non funzionerà. 

ABITIAMO GLI SCENARI IN CUI CREDIAMO 

Dimenticate quindi la frase «non posso». Non posso uscire presto dall'ufficio (altrimenti chi finirà il lavoro?), non posso dire di no alle richieste eccessive (nessuno si ribella, non si può fare altrimenti), non posso non essere sempre disponibile, raggiungibile, contattabile (perché me lo chiedono), non posso mollare (perché la situazione è critica, va tenuta sotto controllo). Per un momento, capovolgete il consueto modo di pensare e fatevi queste domande: se io per prima credo di non poterlo fare, perché dovrebbero consentirmelo gli altri? 

Se io per prima credo di dover dare sempre di più, perché gli altri non dovrebbero chiedermelo?

Se io per prima temo di perdere il controllo, perché gli altri dovrebbero esimermi dall'essere sempre presente o raggiungibile con telefonate, messaggi e mail? La realtà esterna sembra un dato oggettivo ma, come ha dimostrato la fisica quantistica, è sempre una proiezione delle nostre credenze. 

Gli altri rispecchiano ciò che noi pensiamo.

QUANTO VALI? 

Se credi di valere così poco da non meritarti dei momenti completamente tuoi, liberi da invasioni e richieste esterne, stai sicura che gli altri si sentiranno in diritto di chiamarti a ogni ora del giorno e della sera, magari anche quando sei in vacanza o nei weekend. Se "senti" di avere un significato e un valore solo alla luce degli obiettivi che raggiungi (e del ruolo che ricopri) lavorando, ci sarà sempre un buon motivo per non dedicarti ad altro. 

Infine, se pensi che le cose non vadano avanti senza di te, tutti avranno bisogno di te per fare qualsiasi cosa.

 È quindi fondamentale capovolgere l'approccio e fare una piccola rivoluzione nelle proprie dinamiche di pensiero. 

Purtroppo non è come schioccare le dita, perché il meccanismo è incistato nel profondo (Coscienza Deposito) e le catene di pensieri stressogeni e autosvalutativi partono in automatico, cosi come le emozioni e i comportamenti loro correlati. Ecco perché anche chi sa benissimo di essere troppo disponibile, di dover mettere dei limiti, di farsi troppo coinvolgere, generalmente riesce a formulare degli ottimi propositi quando stacca ma, pochi giorni dopo il rientro al lavoro, si ritrova invischiato nelle solite dinamiche di stress senza che nulla sia cambiato. 

LA VIA D'USCITA

Poiché l'intelletto è totalmente invischiato in questi automatismi – quindi produce pensieri che trascinano nel circolo vizioso - la via d'uscita passa attraverso il non pensare troppo. E agire subito. In questo modo. 

1. Prendi un accordo con te stessa: scrivi una sorta di contratto in cui ti impegni a mettere il tuo benessere in cima agli impegni di ogni giorno. Appendilo in bagno o sopra il letto, poi leggilo e rinnovalo in cuor tuo ogni volta che ci passi davanti. 

2. Nel contratto non prendere impegni a lungo termine: impegnati ad agire subito.

3. Mantieniti consapevole del tuo pattern egoico (vedi lezione precedente) e allenati ogni giorno ad osservarti quando reagisci alle richieste esterne mettendolo in atto. Questo passaggio dalla posizione dell'attore a quella dell'osservatore è fondamentale: ogni volta che smascheri la dinamica tipica del tuo ego, la rendi meno forte e condizionante. Ogni volta che 'ti vedi' reagire in automatico, guadagni spazio tra l'input e la reazione. Diventi gradualmente più libera. E allenti i ganci che ti legano. 

4. Imparare ad assumere la posizione dell'Osservatore richiede esercizio: puoi riuscirci quando sei sotto tensione/pressione solo se ti sei addestrata prima. Quindi, pratica ogni mattina almeno 10 minuti di meditazione di consapevolezza, per allenare la mente ad osservare se stessa. 

5. Non affidarti al pressapochismo, perché perderesti la partita: per cambiare gli automatismi reattivi bisogna agire in modo costante e sistematico. L'ideale è apprendere una routine antistress (puoi farlo con me, dal vivo, il prossimo 25 settembre) cioè un insieme di pratiche meditative brevi che, ripetute tutti i giorni proprio come si ripetono gesti di cura e igiene personale (lavarsi i denti, mettersi la crema, farsi la doccia) consentono di mantenere il controllo sulla mente e renderla sempre più centrata, distesa e meno schiava dei vecchi automatismi reattivi. 

6. Smettila di dire che non hai tempo. Anche questo pensiero contribuisce a creare la situazione in cui ristagni. Se sei convinta di non avere tempo, non ne avrai. Per cambiare, evita di fare ragionamenti logici (che metterebbero in atto gli stessi pattern condizionanti) e inizia a comportarti esattamente come se avessi tutto il tempo di cui hai bisogno. Non sto scherzando! C'è un detto buddista che amo molto: «se hai tempo medita 20 minuti, ma se non hai tempo medita un'ora«. In effetti, la fisica insegna che il concetto di tempo lineare è pura illusione. È una convenzione – stabilita per mera funzionalità – che erroneamente scambiamo per qualcosa di oggettivo. In realtà, il tempo è come noi lo percepiamo: scorre lentamente quando facciamo qualcosa di noioso, velocemente quando ce la godiamo, e diventa insufficiente quando siamo sotto pressione. 

Hai mai notato che ti manca sempre tempo quando hai qualcosa di urgente da fare? È la tua percezione dell'urgenza che accelera tutto.

 Il trucco buddista quindi è molto efficace: meditando plachi la mente; più plachi la mente, più farai le cose con calma; più fai le cose con calma, meglio ti riusciranno. Senza stressarti, nello stesso tempo. 

7. Ascoltati. Prima di arrivare a soffocare, occhio ai segnali lievi: se non c'è spazio tra un impegno e l'altro, per quanto entusiasta e coinvolta nel lavoro ti possa sentire, sei già in pericolo. Non aspettare, perché restare in questi stati d'animo significa nutrirli, installarli a livello neurale come circuiti stabili, fino a svilupparne dipendenza. Se, nei giorni liberi, ti viene spesso il mal di testa o un pochino di tristezza, se non sai stare senza fare nulla e finisce che ti riempi anche i week end di appuntamenti, persone da vedere e/o faccende da sbrigare, significa che questa dipendenza è già un dato di fatto. 

Lo stress mette radici dove non c'è spazio, non c'è vuoto, non c'è aria.

Se, in una stanza, continui ad accatastare roba, avrai difficoltà a muovere anche solo un passo. Pensi che sia diverso con te stessa? Una mente ingombra è un orizzonte chiuso in cui anche ciò che è facile diventa, prima o poi, difficoltoso e irritante.   

8. Rispettati. Praticando la meditazione di consapevolezza, giorno dopo giorno ti accorgerai che dietro i pensieri che nutrono le tue reazioni svantaggiose (e quindi l'eccesso di stress) c'è una coscienza stabile e affidabile. È lì che sta la tua bussola. Non cercarla più all'esterno: iniziando a rispettarti, la troverai dentro di te. 

Certo questo cambio di prospettiva può essere difficile da capire, perché siamo abituati a ragionare in modo molto diverso. Ma è l'esperienza diretta a consentirne la comprensione. Quindi il mio consiglio è di provarci, senza stare troppo a ponderare… in fondo, cosa perdi? Puoi lasciare temporaneamente alle spalle le vecchie convinzioni. Per darti il permesso di credere di più in te stessa. E vedere cosa accade. 

Con Amore,

Grazia

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Grazia Pallagrosi, meditazione mindfulnesspinterest

Grazia Pallagrosi, giornalista e insegnante di Mindfulness, vive tra l'Italia e la Thailandia, dove conduce ritiri di meditazione e riequilibrio psicofisico.