È arrivato il momento di mettersi a dieta? La prova bikini incombe? Ma quale dieta scegliere? La risposta, soprattutto di questi tempi "social", non è così ovvia. Perché cercando informazioni sull'alimentazione, è facile incappare in false verità o sentirsi disorientati dal surplus di notizie. Inoltre, più fa caldo e più l'estate si avvicina, e meno si ha voglia di cose complicate. Ecco perché abbiamo selezionato, tra le diete più popolari del momento, i tre che ci sono sembrati semplici, efficaci e bufala-free. Soprattutto, personalizzabili in base alle diverse esigenze. Così da accontentare le patite del fitness e le supergolose. Ma anche chi ha solo bisogno di sgonfiarsi senza far scendere troppo l'ago della bilancia. Scegliete la vostra dieta e perseverate!

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Bikini body diet di Kayla Itsines, la dieta per chi ha fretta

Messa a punto dalla personal trainer australiana Kayla Itsines, consente di scolpire un corpo da spiaggia in soli 28 giorni. A garanzia della serietà vale l'endorsment di Forbes, che lo scorso aprile ha eletto la Itsines Top influencer fitness 2017, con oltre sei milioni di follower (kaylaitsines.com).

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Cosa promette: in meno di un mese, la massa grassa viene via via sostituita da muscoli più forti e definiti. Il corpo si tonifica, la pancia si appiattisce e gambe, glutei e braccia si rassodano.

Come funziona: è un programma che abbina movimento fisico (Bikini body workouts guide) e dieta (H.E.L.P.), entrambi contenuti nel libro Bikini body guide. Healthy eating and lifestyle plan (amazon.it, 6,54 euro il formato kindle). Cosa si mangia? «Il regime alimentare si basa su piccoli pasti ad alto contenuto di proteine da consumare ogni tre ore», spiega la nutrizionista Edy Virgili. «Il menu tipo, di circa 1.500 calorie al giorno, prevede: colazione a base di uovo con prosciutto, avocado e pane tostato; pranzo con piadina al tacchino, lattuga e salsa tzaziki; cena con salmone al forno, riso, arance e finocchi; sono concessi due spuntini con yogurt o smoothie». Ma la parte più forte della Bikini body diet è l'allenamento, svolto con costanza tutti i giorni. Il programma alterna tre giorni di esercizi con semplici attrezzi (pesetti, palla, tappetino e bosu) per scolpire i muscoli (da ripetere due volte al giorno, per circa mezz'ora) a tre giorni di attività aerobica come camminata, corsa o bici divisi in circuiti per 30-45 minuti. Ma c'è anche un giorno dedicato al relax, con attività più soft, come lo yoga. Sul sito mialleno.it/kayla-itsines-italiano/ ci sono video e tabelle in italiano per seguire l'allenamento di Kayla.

A chi è adatta: a chi è già abituato a fare sport e alle più giovani. Essendo basata su un consumo alto di proteine animali, è sconsigliata a chi soffre di colesterolo alto, intestino infiammato o diabete.

Dieta Low-Fodmap, la dieta per sgonfiarsi

La prima versione si deve a due ricercatori australiani e i benefici sono stati appena confermati da una ricerca dell'Università del Michigan: l'acronimo fodmap sta per fermentabili oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli, ovvero zuccheri a catena corta come fruttosio, lattosio e xilitolo che possono essere difficilmente assorbiti nel tratto gastrointestinale. «Se non vengono metabolizzati dai batteri intestinali, i fodmap fermentano e favoriscono la produzione di gas, causando gonfiore, tensione addominale e crampi». Tradotto in termini estetici: pancia in fuori, addome gonfio e giro-vita effetto "insaccato".

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Cosa promette: di appiattire la pancia e alleviare tensione e crampi addominali, agendo in modo positivo anche sull'umore.

Come funziona: la dieta per sgonfiare la pancia, che va seguita per otto settimane, si articola in due fasi. Nella prima si eliminano alimenti ad alto contenuto di fodmap, nella seconda si reintroducono. «Gli effetti sono così rapidi che già nei primi quattro giorni il gonfiore sparisce», dice la nutrizionista. Le sostituzioni da effettuare nel menu sono facili. Al posto di orzo e pasta al grano, via libera a riso, quinoa e mais. Stop alla frutta che tende a fermentare, come anguria, pesche, mele, pere e prugne, da sostituire con melone, banane e arance. Meglio evitare legumi e verdure ad alto contenuto di fruttosio (aglio, cipolla, cavolo, cicoria, carciofi, asparagi) e preferire pomodori, carote, zucchine e lattuga. Tra i cibi proteici, sì a pesce, manzo, pollo e tacchino.

A chi è adatta: fondata su un regime alimentare ipocalorico e ipoglicemico, può essere seguita da tutti. Ma i benefici maggiori li ottiene chi soffre di intestino irritabile. «Un autotest molto semplice? Basta mangiare cicoria o carciofi, cibi fodmap per eccellenza: se si ha difficoltà a digerirli, è la dieta che fa al caso nostro», dice la nutrizionista.

La dieta dopamina, la dieta per le supergolose

Dimagrire senza perdere la voglia di mangiare. È il motto dello chef britannico Tom Kerridge, star tv e ideatore della dopamina diet, la dieta del piacere: seguendola ha perso 70 kg in tre anni. Cosa promette: perdere peso in modo graduale senza perdere la motivazione, grazie alla dopamina, un neurotrasmettitore che attiva il metabolismo, stimola il cuore e ci permette di provare piacere.

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Come funziona: parola d'ordine è selezionare cibi ricchi di tirosina, amminoacido essenziale dal quale l'organismo produce dopamina. Ricche di tirosina sono le proteine di pesce, carne, uova e latticini. Fonti di tirosina sono banane, mele e prugne, semi di zucca e di sesamo, mandorle e cacao. Mentre barbabietole, avocado e carciofi sono riserve naturali di betaina, altro amminoacido "amico" della dopamina. Inutili, ai fini del piacere (e della dieta) i carboidrati raffinati e i legumi. Il menu si traduce in piatti che soddisfano: sono ammessi i formaggi e piccole quantità di burro, noci e nocciole, cioccolato fondente e perfino mezzo bicchiere di vino a cena. Un esempio? Colazione con tè e yogurt, noci e frutti rossi; pranzo e cena: carne, pesce, uova o formaggio con verdure e una banana; come snack, durante il giorno, si può scegliere tra una centrifuga di verdura, un cubetto di cioccolato o un pezzetto di parmigiano.

A chi è adatta: a chi sa gestire l'assenza di pane e pasta. Inutile, invece, per chi soffre di problemi intestinali, che riducono la produzione di dopamina. Richiede infine un certo impegno economico: gli alimenti devono essere bio. Per farci star bene "chimicamente", la dopamina diet ha una sola pretesa: che i cibi non siano alterati da pesticidi.