Perché non riusciamo a stare a dieta? Non resistiamo alla tentazione di una patatina, di un pezzo di cioccolato o di una fetta di torta: li mangiamo anche se non abbiamo fame e sappiamo che ci fanno male. Il neurobiologo americano Stephan J. Guyenet ci spiega le ragioni di questi errori alimentari nel libro Il cervello affamato (Newton Compton, pp. 303, euro 10).

La "colpa", come spiega il titolo, è del nostro encefalo, programmato per permettere ai nostri antenati di sopravvivere ai periodi di carestia. Quando i cibi calorici raggiungono l'organismo, il cervello li riconosce come preziosi e continua a chiederli. Questo perché gli alimenti ricchi di grassi e zuccheri sono in grado di assicurare la continuazione della specie anche in periodi di carestia. Peccato che negli ultimi cinquant'anni il problema si sia capovolto e oggi nel mondo occidentale ci siano più persone che soffrono di disturbi causati da obesità che individui affamati.

Per capire come uscire da questa trappola gli scienziati hanno fatto un esperimento: hanno chiesto a dei volontari di alimentarsi esclusivamente tramite una macchina che distribuiva cibo liquido insipido, senza alcuna varietà, ma con tutte le sostante nutrienti necessarie per l'uomo. Le persone coinvolte hanno consumato il loro usuale apporto calorico e mantenuto un peso stabile. Quando però i ricercatori hanno coinvolto nel progetto un obeso di 180 kg, hanno ottenuto risultati strabilianti: il volontario ha perso 10 kg di 12 giorni. Questo perché avevano tolto qualsiasi gratificazione al cibo, eliminando la fame nervosa.

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Per combattere questo meccanismo dobbiamo ripetere l'esperimento e tornare alla dieta dei nostri antenati, prediligendo cibi non lavorati, a basso contenuto calorico, come frutta, verdure, legumi, carne e pesce. Nessuno sviluppa un'ossessione per carote e zucchine! Sono i cibi ricchi di zuccheri e grassi, che non esistono in natura, a spingerci a sovra alimentarci.

Si possono poi usare piccoli trucchi, come stare alla larga dalle bevande zuccherate (contengono dalle 80 alle 180 calorie e non portano alcun vantaggio nutritivo) e dagli snack. Un esperimento ha infatti dimostrato che le persone che tengono dolci sulla scrivania ne mangiano molti di più dei colleghi che sono costretti ad acquistarli dal distributore automatico.

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Stesso discorso per i cibi che riempiono le nostre dispense. Il consiglio è di prediligere frutta da sbucciare, come arance, noci in guscio o mele, che obbligano a fare un piccolo sforzo in più prima di essere mangiate o alimenti da cucinare come carne o pesce, perché così si eliminano le tentazioni inutili che offrono i cibi raffinati sempre a portata di mano come patatine e biscotti.

Per vincere la fame nervosa, infine, si può distrarre il cervello con una piccola camminata, una telefonata a un amico o un bagno caldo.