Bocciata e ribocciata più volte a livello scientifico, la dieta del gruppo sanguigno continua ad essere proposta sia come sistema di dimagrimento che per il benessere generale di tutto il corpo.

Inventata negli anni Novanta dal naturopata statunitense Peter D'Adamo si è rapidamente diffusa in tutto il mondo grazie al libro "Eat right for your type" (in Italia "L'alimentazione su misura), che ha venduto sette milioni di copie ed è stato tradotto in sessanta lingue.

La dieta del gruppo sanguigno serve: i principi

D'Adamo è convinto che il gruppo sanguigno possa offrire la chiave per la giusta alimentazione, riconducendo la sua teoria all'evoluzione dell'uomo. Secondo la dieta del gruppo sanguigno chi appartiene al gruppo 0 deve consumare prevalentemente carni magre, frutta, verdura e pesce, mentre chi appartiene al gruppo A (che risalirebbe al Paleolitico, quindi in un periodo in cui l'uomo si alimentava di vegetali) deve adottare un regime quasi vegetariano mentre il gruppo B (risalente al Neolitico) può mangiare senza problemi uova, verdure e latticini. Gli appartenenti al gruppo AB infine possono fare un mix dei diversi regimi alimentari. Se ci si alimenta con cibi per così dire 'permessi' dal proprio gruppo sanguigno il sistema immunitario ne trarrebbe benefici, e alcune patologie sarebbero così direttamente collegate ad una scorretta alimentazione.

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Il Dottor Mozzi

In Italia uno dei principali promotori di questo regime alimentare è il dottor Piero Mozzi, che appare spesso in televisione, sia su piccole reti che sui principali network. Cercatissimo anche il suo libro, "La dieta del dottor Mozzi. Gruppi sanguigni e combinazioni alimentari", in cui Mozzi ripropone le teorie su cui la dieta si basa.

La dieta del gruppo sanguigno: è una bufala?

Negli anni sono state fatte diverse ricerche su questo modello alimentare e secondo gli esperti questo regime alimentare non ha nessun fondamento scientifico, inoltre l'esclusione totale di alcuni elementi dalla dieta può risultare addirittura dannosa. Ultimi studi in ordine di tempo quelli pubblicati sull'American Journal of Clinical Nutrition e quello su Plos One. In quest'ultimo caso (qui lo studio completo) i ricercatori hanno scoperto che il modo in cui le persone prese in esame reagivano alle diete non aveva nulla a che fare con il gruppo sanguigno. Secondariamente è impossibile dividere l'umanità in sole quattro tipologie, senza contare poi che gli stessi gruppi sanguigni sono in realtà diversi da popolazione a popolazione. Caso finalmente archiviato?