Abbasso le dittature. Tutte Non solo quelle che imbavagliano la parola e il libero pensiero. Anche quelle che ci imbrigliano senza dichiarazioni esplicite e proclami e che ci rendono schiave inconsapevoli. Soldatini ubbidienti a regole che non abbiamo scritto noi, somministrandocele come rimedi infallibili di felicità. La dittatura della giovinezza. La dittatura della bellezza. La dittatura del corpo perfetto, (ri)prodotto in serie come le auto o i pomodori ogm, stessa forma stessa carrozzeria. La dittatura dell'attivismo e del dinamismo, della performance strabiliante, dell'iperconnessione, dell'ubiquità, del plauso condiviso, dei like.

Siate indulgenti con voi stesse

Anche chi dice, io non ci credo, ci crede. Anche chi pensa, io me ne frego, inconsciamente è condannato a non fregarsene. Perché ci vogliono molta forza e molto coraggio per andare contro. Noi ci proviamo in questo numero dedicato alla bellezza, non per dirvi lasciatevi andare – buttate i rasoi e le creme antirughe, glorificate la ricrescita, alimentate i rotolini, uscite struccate, spettinate, sciatte – ma per indicarvi una strada meno impervia per guardarvi allo specchio e sorridere. Siete indulgenti con tutti, siatelo anche con voi. E ribellatevi. Ammutinatevi a quello statuto di diktat insindacabili che sottomette l'autostima femminile al dispotismo dell'immagine. Curatevi, mettetevi a dieta, fatevi belle. Ma fatelo per voi, per il vostro sguardo. Senza ossessioni, con allegria.

Che mondo vogliamo consegnare alle nostre figlie?

Amate i vostri corpi. Anche quando sono appesantiti dai chili o dall'età, sfregiati da una malattia, mortificati dai giudizi altrui o solo da un paio di pantaloni troppo stretti provati nel chiuso di un camerino. Quanto può andare a picco l'autostima di una donna quando una lampo non si chiude? Parliamone. Possibile ci basti così poco per sentirci fragili, sbagliate, inadatte al mondo? A questo mondo. In cui tutti i seni sono tondi e tutte le pelli tirate. Dove se un giovanotto di belle speranze si mette con la sua prof di 25 anni più grande di sicuro è gay, perché è impensabile che stia con una "vecchia". È questo il tipo di mondo che vogliamo consegnare alle nostre figlie? E come potremmo mai consolare le loro lacrime di creature acerbe in lotta con se stesse per quel plotone di coetanee belle e "popolari" che lanciano sorrisi in filtro Clarendon sul Instagram, se siamo le prime a non piacerci noi?

Essere se stesse senza finzioni

Grazie al cielo esistono ragazze – belle brutte grasse magre – che hanno deciso che adesso basta. Che si può scegliere di essere se stesse, senza finzioni e senza Photoshop. E farne una bandiera. La più spregiudicata è Lena Dunham, che mostra i suoi cosciotti in pose sexy e può sbranarti se le "sgarzi" anche un buchino del suo trionfale matelassé. A ruota seguono modelle e influencer, ma pure le solite bonazze superstar (le "pesomassimo", si fa per dire, Kardashian e Beyoncé, tanto per dirne alcune), che selfano smagliature e celluliti con candida e altezzosa nonchalance, anche a costo di perdere follower. Ci danno sempre sui nervi, lo so, perché la loro ciccia, le loro occhiaie in vista sotto le maschere di argilla sono comunque nobilitate dalla celebrità, e metterle in mostra è una provocazione, un colpo di teatro come gli altri, per titillare la fan page con la storiella del "sono come voi": niente a che spartire con la nostra ciccia proletaria e orfana di spa e personal trainer. Ma almeno ci dicono che la perfezione non esiste (davvero non esiste, fanciulle credeteci e siatene felici!). E che anche le più belle del reame si arrabattano con creme e strisce e radiofrequenze e pancerine shape per darsi un tono e chiudere le zip. Il passo successivo della rivoluzione è facile e indolore: semplicemente cambiare taglia.

Scrivetemi a: direttoregioia@hearst.it